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Sei un imprenditore, credi nelle potenzialità del web e sei alla ricerca di un mercato europeo fiorente? Negli ultimi articoli ti abbiamo spiegato come esportare e vendere i tuoi prodotti in Russia e in Giappone. Questa volta è il turno della Germania! 

 

Vendere in Germania può rivelarsi un affare. La crescita dell’e-commerce tedesco è notevole e confermata dai dati: nel 2015 si sono avute vendite per 72 miliardi di euro, mentre le vendite per il 2016 si prevedono attorno agli 88 miliardi. Il trend è destinato a crescere in un mercato già economicamente dinamico e che si colloca ai vertici dell’economia europea e al quinto in quella mondiale. Un bacino ricco di attenzioni e possibilità.

 

Cosa vendere in Germania?

 

Prima di arrivare al cuore dell’articolo vorrai capire se il mercato tedesco può essere proficuo per il tuo business. Ecco un breve elenco dei prodotti che si possono vendere in Germania, alcuni più adatti all’e-commerce, altri legati all’esportazione tradizionale. Fonte dati

 

  1. Alimentari: l’industria tedesca è al top soprattutto nella gamma carne e insaccati e il mercato è naturalmente propenso all’approvigionamento interno. Negli ultimi anni è in salita la tendenza ad acquistare fuori dal proprio mercato, con un incremento in un solo anno del 2,5% degli acquisti alimentari all’estero. L’importazione di prodotti alimentari è stata nel 2014 pari a 47,2 miliardi di euro.
  2. Costruzioni: il fatturato è in crescita in ogni comparto. Notevole l’incremento nel settore delle tecniche di costruzione, per l’efficienza energetica e la ristrutturazione del patrimonio esistente. L’industria edilizia abitativa ha ampi margini di crescita anche per il prossimo anno.
  3. Meccanica e apparecchiature. Anche questo mercato è in crescita. L’Italia rappresenta il principale fornitore di macchine e attrezzature per un totale di 5,9 miliardi di euro. E’ una buona occasione per l’export italiano, in tutti i comparti della meccanica.
  4. Mobili. Il settore in Germania è molto fiorente e l’Italia è il solo quarto paese esportatore. Singolare che l’eccellenza italiana non riesca a sfondare sul mercato tedesco, anche se può essere un valore aggiunto, non solo per i mobili tradizionali, ma anche per tutta l’oggettistica.
  5. Artigianato. L’Italia in questo campo, oltre alla moda, ha una grande capacità di appeal. Chi avesse una produzione di qualità può trovare sul mercato tedesco un buon riscontro con ottima concorrenza su prodotti qualitativi.

 

Ora che hai un panoramica sulle potenzialità dei vari settori identifichiamo i punti cardine di una buona attività di web marketing internazionale, nel caso specifico focalizzata sul mercato tedesco.

 


vendere in Germania ecommerce

 

Naturalmente per vendere in Germania è importante conoscere la lingua tedesca. L’importanza della lingua madre nei rapporti commerciali è, ovviamente, simile in tutti i paesi in cui si vogliono esportare i propri prodotti. Il punto è fondamentale: devi creare le condizioni per una facile comprensione dei testi scritti e anche delle eventuali risposte a voce.

 

Meglio affidarsi, per sicurezza, a un’agenzia che offra con professionalità questi servizi, a meno di non disporre in azienda chi è in grado di affrontare tutti i tipi di problematiche linguistiche e di risposte alle abitudini di acquisto tedesche. Anche la leggibilità del tuo sito web o degli annunci pubblicitari (Facebook Ads, Google Ads) deve essere in linea con gli standard comunicativi, evitando che invece di diventare la porta d’ingresso nel mondo commerciale, ne diventi invece il muro inaccessibile. 

 

Una volta canalizzati gli utenti sul sito, è fondamentale che esso sia in grado di generare vendite e che sia ottimizzato per le conversioni. Devi considerare i mercati esteri, e in particolare quello tedesco, come molto concorrenziale. Distinguiti dai competitor!

 

Spiega quindi al tuo utente in modo chiaro ciò che stai per vendere, fornisci delle fotografie dettagliate, delle schede tecniche, dei video che valorizzino i tuoi prodotti. Se sei un rivenditore di prodotti famosi, presenti in molti altri negozi online, fornisci una descrizione e delle foto alternative dell'oggetto. In questo modo, riscontrerai benefici su due fronti: lato utente fornirai informazioni aggiuntive che potrebbero fare la differenza, lato Google non fornisci contenuti duplicati.

 

Devi anche ricordarti che all'estero gli utenti sono molto attenti ad effettuare acquisti online. Il tuo sito web deve quindi generare fiducia nell'utenza. Per riuscire a vendere in Germania i tuoi prodotti ( e non solo), dovresti quindi rassicurare il tuo cliente attraverso un protocollo di sicurezza del tuo sito web chiamato HTTPS.

 

In questo modo gli acquisti saranno sicuri e non a rischio di attività di hacking. I clienti in questo modo inseriranno i dati della carta di credito senza problemi e senza paura di essere intercettati. Dovresti anche fornire un supporto clienti nel caso in cui un acquisto non vada a buon fine. Devi far capire che sei presente e che sei in grado di supportarlo in tutto il processo di acquisto. Ricorda che un cliente soddisfatto molto probabilmente acquisterà altre volte dal tuo sito.

 

Oltre al tuo sito web, puoi sfruttare altri canali di vendita. Utilizza Facebook per generare annunci a pagamento. Facebook è infatti il Social Network più diffuso in Germania e utilizzato dal 28% della popolazione registrata alla piattaforma. Oltre al sito web puoi puntare la tua attenzione su piattaforme di ecommerce come Amazon, E-bay, Yatego e Hitmeister, Hoood.de. Esse però devono servire solo da supporto alla tua strategia di web marketing, concentrati maggiormente sui canali di cui hai un controllo totale, come il sito web e i canali social.

 

Ecco in questo articolo spiegate le potenzialità di un mercato estero come quello tedesco, dove l’Iva più bassa e una frizzante utenza incline all’acquisto online può aiutarti ad acquisire nuovi clienti. Se hai bisogno di supporto nella tua attività di web marketing, o vuoi aprire e realizzare il tuo ecommerce per vendere all’estero, non esitare a contattarci!

 

A presto,

 

Giorgio Nicoli