Giorgio Autore (1)
Scritto da Giorgio Nicoli in E-Commerce
25 novembre 2022
Un Ecommerce Per Vendere In Cina
In questo articolo proviamo a rispondere a tutte quelle PMI italiane che vogliono aprire un sito di commercio elettronico per vendere in Cina i propri prodotti e servizi. Una raccolta di dati, consigli e considerazioni per conquistare un partner strategico dell’economia mondiale.

 

L’utilizzo del web in Cina: una panoramica

 

Secondo i numeri resi noti dalla Camera di Commercio italiana in Cina, il commercio elettronico di questa incredibile nazione sta registrando numeri da far girare la testa. 

 

Con più di 500 milioni di utenti web, quasi 200 milioni di persone che fanno acquisti online e un piano di sviluppo che sostiene la diffusione della banda larga in tutto il Paese, la Cina è un’opportunità che le imprese italiane non possono e non devono lasciarsi sfuggire.

 

Giusto per fare un esempio, vendere in Cina i propri prodotti e servizi, significa potenzialmente raggiungere la stessa popolazione dell’intera Unione Europea che conta poco più di 800 milioni di abitanti.

 

Con questi dati il giro di affari degli e-commmerce raggiungerà, entro i prossimi cinque anni, un fatturato pari a 700 miliardi e la Cina diventerà il più grande mercato di commercio elettronico mondiale. Senza contare che, secondo gli economisti, il potere d’acquisto dei cinesi raggiungerà quello delle più grosse potenze mondiali.


mercato cinese ecommerce


Le previsioni per i prossimi cinque anni

 

La Cina spende poco? Questa è ormai una credenza negativa che dobbiamo dimenticare.

 

Il Governo cinese è impegnato in un piano di sviluppo quinquennale a sostegno dei consumi e della crescita economica del Paese. Una scelta che, assieme alla diffusione della banda larga e delle nuove tecnologie nel settore informatico, sta modificando l’intero tessuto sociale e le abitudini di consumo, registrando i primi effetti:

  • la Cina sta spostando la produzione a basso costo in Paesi come Cambogia e Vietnam;

  • i consumatori del settore lusso in Cina, oggi, sfiorano i 180 milioni;

  • i cinesi, popolo innovatore, sono disposti a raddoppiare la spesa media d’acquisto per comprare prodotti esclusivi ancora introvabili all’interno dei loro mercati. 

 

Il successo degli investitori italiani che vogliono vendere in Cina, non dipenderà quindi dal prezzo più basso, ma dal valore aggiunto che sapranno offrire.

 

Come può una PMI italiana che non ha una presenza fisica in Cina, vendere lì i suoi prodotti?


vendere su un ecommerce cinese

 

Per le PMI italiane che vogliono vendere in Cina ma non hanno un punto vendita in loco, ci sono due possibilità e, entrambe, prevedono appunto l’utilizzo dei mezzi digitali.

 

1. Appoggiarsi a piattaforme di commercio elettronico già esistenti Tao Bao, Vancl, Alibaba creando dei propri negozi virtuali interni a questi siti (paragonabili ad esempio a e-bay) e sottostando a regolamentazioni già esistenti.

 

2. Aprire un sito di e-commerce proprietario gestendo in autonomia ogni aspetto: dalla politica dei prezzi, alle spedizioni.

 

In quest’ultimo caso, la società deve essere autorizzata alla “vendita online”. 

 

Se infatti la costituzione societaria fosse invece autorizzata alla “vendita al dettaglio” - dicitura che comprende anche la “vendita online” – sarebbe obbligata ad aprire almeno un punto vendita fisico in Cina.

 

Perché un e-commerce per vendere in Cina?

 

Dal punto di vista degli utenti, fare acquisti online significa: zero traffico, nessun problema di parcheggio, nessuna fila alla cassa dei mega store e la possibilità di acquistare prodotti esclusivi ancora introvabili nei punti vendita cinesi. 

 

Il risultato? 

48 mila prodotti venduti ogni minuto

Questo è il ritmo sostenuto dalla totalità dei siti di commercio elettronico in Cina

 

 

Un giro d’affari che, secondo MCKinsey, raggiungerà i 650 miliardi di dollari superando il volume di vendite online degli Stati Uniti - da sempre primo Paese al mondo per commercio elettronico -.

 

Cosa significa, invece, aprire un sito di commercio elettronico in Cina per una PMI italiana?

 

Vuol dire preparare le fondamenta per entrare nelle grazie di uno dei mercati più floridi del pianeta e significa poterlo fare abbattendo i costi legati all’apertura di punti vendita e magazzini in loco.

 

Un buon e-commerce per vendere in Cina, qualche consiglio

 

È vero, i cinesi apprezzano il Made in Italy e la qualità dei prodotti che realizziamo. Questo però, non significa necessariamente “apro un negozio online in Cina e il trionfo è garantito”. 

 

Per vendere in Cina serve:

  • Un BUON sito di commercio elettronico: un sito che sia veloce, usabile, ben tradotto, ricco di gallery, descrizioni di prodotto e che tenga conto del modo che i cinesi hanno di approcciarsi al web;

  • Un buon sistema logistico e di trasporto: che significa consegnare il prodotto in tempi ragionevoli, dare la possibilità agli utenti di acquistare un servizio di spedizione veloce, un servizio di tracciamento del pacco e un’assicurazione;

  • Un sistema di pagamento sicuro:  che consenta transazioni internazionali sicure e in più valute;

  • Un’assistenza pre e post vendita efficiente: è importante comunicare sicurezza per concludere un acquisto.  Offrire agli utenti assistenza via chat, un numero di assistenza telefonica, un indirizzo mail per contattare il venditore e assicurare una gestione veloce delle domande degli utenti, sono ottimi modi per approcciarsi nel modo giusto;

  • Una politica di trasparenza: sfruttare, ad esempio, i commenti di chi ha già acquistato, utilizzare un sistema di assegnazione di punteggi ai prodotti –le stelline per intenderci- e integrare con i social network più usati nel Paese sono idee efficaci e facilmente realizzabili;

 

Infine, è importante pensare ad una buona strategia di web marketing. Senza pubblicità e fidelizzazione degli utenti, non si va da nessuna parte.

 


Per altri consigli, leggi: Come trovare nuovi clienti all’estero sfruttando internet.

 

Aspetti da considerare per vendere in Cina 


dati di vendita in Cina

 

Per concludere, vorrei dare alle PMI che vendono in Cina, un ultimo consiglio: dare per scontato che un prodotto possa ottenere lo stesso successo in Italia, Europa o Cina è tutt’altro che corretto.

 

Le strategie di internazionalizzazione non sono tutte uguali; soprattutto quando si parla di una nazione che conta tre volte gli abitanti dell’unione europea e parla la bellezza di 7 lingue principali, 292 forme dialettali.

 

Per questo è fondamentale essere cauti nel muovere i primi passi.

 

Non tutte le aziende e non tutti i prodotti possono avere successo in un Paese complesso e ambito come la Cina.

 

Prima di buttarsi in questa nuova avventura, è d’obbligo affrontare uno studio di fattibilità, pianificare un progetto digitale studiato ad hoc per il mercato cinese – facendosi supportare da professionisti con esperienza – e mettere in conto possibili adeguamenti di prodotto, immagine e comunicazione. 

 

 

Solo gettando solide fondamenta potrai costruire un edificio indistruttibile!

 

 

Sei interessato a vendere in Cina i tuoi prodotti? Contattaci per uno studio di fattibilità del tuo progetto e scopri se i tuoi prodotti sono pronti per conquistare l’Oriente!

 

A presto,
Giorgio Nicoli

 

*fonte dei dati: Corriere della sera - iResearch - Seminario “E-commerce in China: an opportunity for italian brands?”, organizzato dalla Camera di commercio italiana in Cina in collaborazione con Netcomm e Diacron -Shangai - McKinsey.

Hai un prodotto o un servizio che vorresti vendere in Cina?