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Scritto da Giorgio Nicoli in Web Marketing
30 novembre 2017

image Dove vendere all'estero: 3 strumenti gratuiti di Google per aziende di produzione

 

Per sapere quante (e quali) possibilità hai di esportare il tuo brand, devi innanzitutto capire: dove vendere all’estero, cioè in quali Paesi il tuo prodotto/servizio è più richiesto; quali sono i trend di ricerca online; su quali keyword puntare nella tua strategia SEO internazionale.

 

Quando sviluppi la strategia di web marketing internazionale per il tuo brand, una delle prime domande che devi porti è: dove mi conviene vendere all’estero? C’è un lungo elenco di Paesi in cui potresti tentare l’esportazione, ma sai bene che non tutti sono interessati al tuo prodotto.

 

Per capire dove vendere all’estero, Google mette a tua disposizione 3 strumenti importanti:

 

  • Google Global Market Finder
  • Google Trends
  • Keyword Planner

 

In questo articolo ti spiego come funzionano e come devi usarli per aumentare le chances di esportare il tuo brand. Alla fine, introduco il tema della SEO, che è quell’insieme di tecniche essenziali se vuoi farti trovare sul web dai potenziali clienti esteri.

 



 

Dove vendere all’estero? Te lo dice Global Market Finder

 

In quali Paesi c’è maggiore richiesta dei beni o servizi venduti dalla tua azienda B2B? Domanda critica, a cui Google può dare una risposta. Come?

 

Con un utile strumento chiamato Global Market Finder, che offre una panoramica sulla natura dei mercati esteri: nello specifico, ti consente di verificare se il tuo core business ha delle effettive chances di successo anche a livello internazionale.

 

Digitando nel Market Finder il termine che meglio descrive il tuo prodotto, quello che in gergo tecnico si chiama “keyword”, il tool ti fornisce:

 

  • L’elenco dei Paesi che effettuano maggiormente quella ricerca
  • Il numero di ricerche mensili, in ogni nazione
  • Il livello di concorrenza in quel mercato
  • Il costo di un’eventuale campagna Pay per Click.

 

 

Ad un alto numero di ricerche corrisponde una costante richiesta del tuo prodotto: in quel Paese, la gente cerca spesso, su Internet, il tuo prodotto/servizio.

 

Sono tutte informazioni utili che tuttavia non vanno prese come oro colato né interpretate isolatamente: devono essere invece uno spunto da cui partire.

 



 

Stagionalità e trend di mercato: Google Trends

 

Una volta appurato che la chiave di ricerca relativa al tuo business riscuote effettivamente un certo successo, devi scendere nel dettaglio.

 

Intendo dire che, per capire anche quando -e non solo dove- vendere all’estero, devi studiare l’andamento delle ricerche: scoprire quando si verificano i picchi di domanda e quali sono, invece, i periodi “di magra”.

 

Ancora una volta Google ti dà una mano. Google Trends registra stagionalità e trend di crescita, o decrescita, della ricerca: ossia, ti svela quali sono i momenti di maggior popolarità della tua keyword. In più, puoi confrontare tra loro termini diversi e intervalli di tempo differenti, e fare le tue realistiche previsioni per il futuro.

 



 

Quali parole usare per farti trovare dagli utenti: Keyword Planner

 

Sai dove vendere all’estero il tuo prodotto.

 

Sai quando è più probabile che gli utenti lo cerchino per acquistarlo.

 

Ciò che ti manca è scoprire il come: come descrivere il tuo prodotto in modo da intercettare l’interesse del pubblico straniero. Ogni lingua ha le sue peculiarità, il suo lessico specifico e le sue espressioni sedimentate: tradurre la tua parola chiave in un’altra lingua non è sufficiente, devi piuttosto ri-adattarla.

 

Non solo, ma non esiste un unico modo per designare il tuo prodotto nelle altre lingue: Keyword Planner ti aiuta anche nell’attività di ricerca dei sinonimi, delle long tail keyword e dei termini correlati.

 

Cosa sono?

 

  • Le long tail keyword sono delle parole chiave più specifiche, che evidenziano aspetti particolari della keyword principale. Per es: se la keyword è “tosaerba”, parole chiave a coda lunga potrebbero essere “tosaerba professionali prezzi”, “tosaerba a batteria”, “tosaerba a scoppio usato”.
  • termini correlati, invece, sono tutte le parole che rientrano nello stesso campo semantico della tua keyword. Per “tosaerba”, i termini correlati potrebbero essere “giardinaggio”, “cesoie”, “insetticida” ecc.

 

 

Se raccogli un numero consistente di espressioni collegate alla tua keyword principale, avrai a disposizione un arsenale di termini per generare contenuti di qualità (adatti, ad esempio, a un blog o a delle landing page), con cui captare gli interessi del tuo target straniero.

 



 

Con il dove, il quando e il come, puoi impostare la tua strategia SEO

 

Come puoi applicare alla tua strategia di web marketing internazionale le informazioni raccolte con questi 3 strumenti? Devi infatti sfruttarle in modo intelligente, per far sì che gli utenti stranieri ti trovino sul web.

 

Per farti trovare devi pianificare una serie di attività SEO.

 

SEO sta per Search Engine Optimization e include tutte le attività di ottimizzazione del tuo sito web multilingua per i motori di ricerca e per gli utenti. Ottimizzare significa modificare la struttura, i contenuti, il visual e altri aspetti del tuo sito in modo tale che Google possa:

 

  1. analizzarlo con facilità (crawling)
  2. inserirne una copia nel suo database (indexing)
  3. attribuirgli un punteggio di qualità e un posizionamento (ranking e positioning).

 

 

Tra le attività SEO On site (cioè applicate a ciò che sta “dentro” il sito), l’ottimizzazione dei contenuti è una delle principali, ma non l’unica. In questa fase entrano in gioco le keyword: se inserisci le parole chiave nei titoli, nei sottotitoli, nei metatag e nel corpo del testo, i Google bot scansioneranno le pagine con più facilità.

 

Per Google, le keyword sono indizi per comprendere l’argomento di cui parla il tuo sito e valutare se ne sta parlando in modo approfondito, originale e, soprattutto, utile per gli utenti. Se hai fatto un buon lavoro di ottimizzazione SEO, Google ti premierà posizionando il sito in alto nella SERP (la pagina dei risultati di ricerca).

 



 

Quindi, in conclusione

 

Per concludere, una volta che hai:

 

  1. capito dove vendere all’estero
  2. appurato in quali momenti dell’anno si concentrano le ricerche online
  3. raccolto abbastanza parole chiave che descrivano il tuo prodotto, tradotte nella lingua che ti interessa
  4. ottimizzato i contenuti del tuo sito

 

allora sì, hai gettato le basi affinché le tue pagine si posizionino tra i primi risultati della SERP di Google.

 

 

Cosa hai ottenuto nel concreto?

 

Quando gli utenti stranieri digiteranno chiavi di ricerca relative al tuo business, noteranno il tuo sito tra i primi risultati e si convinceranno della tua autorevolezza. Felici di aver trovato una soluzione ai loro bisogni, visiteranno il sito.

 

Ricorda però: la SEO non è un’attività che porta risultati dall’oggi al domani. È un investimento a lungo termine, i risultati si ottengono sul medio-lungo periodo ma, d’altro canto, influenzano positivamente il tuo business altrettanto a lungo.