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Scritto da Yourbiz Staff in Demand Generation
06 giugno 2023
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Bollono in pentola novità importanti in casa Google, riguardo le integrazioni dell'intelligenza artificiale nelle SERP. Come interagiranno gli utenti? Come sarà questa integrazione?

Come sarà il Nuovo Google

L’arrivo dell’intelligenza artificiale dentro Google è la notizia che ci aspettavano, la risposta al lancio e alla popolarità di ChatGPT e alla sua annunciata (e ormai operativa) integrazione in Bing… ecco GOOGLE SGE che sta per Search Generative Experience.

Oltre al naming, c'è un'idea più concreta e precisa di come funzionerà questa integrazione tra Google e l'intelligenza artificiale.
Google ha presentato un'overview con molti più dettagli rispetto a quanto accaduto nei mesi scorsi, scopriamola insieme.
L'idea è che quando l'utente fa una ricerca, oltre ad una SERP normale, si apre uno snapshot che fornisce una risposta… esattamente come quella di ChatGPT.

Per le query di ricerca informative potranno esserci fino a 3 link di approfondimento che completano la risposta dell'AI. Si può richiedere dei follow-up che creano un flow di conversazione, procedere con la SERP classica o fare altre richieste.

Se invece parliamo di query di ricerca più commerciali o transazionali (ad esempio: e-bike rosse), si genera quella che Google definisce “snapshot verticale”; è composto dalla sezione informativa generata dall'intelligenza artificiale, dai 3 link di approfondimento, ma anche da un listing di prodotti.

Nei risultati di ricerca, ci aspettiamo che gli annunci a pagamento testuali e shopping restino nella parte altissima della serp, prima dello snapshot di SGE. In questo modo Google tutelerebbe gli investitori, continuando a monetizzare. Inoltre, il gigante di Mountain View sta sperimentando risultati sponsorizzati anche all’interno delle “vertical experience".

Dunque, la SERP, soprattutto in cima, verrà occupata da questo embed di SGE: questo snapshot va a modificare tantissimo l’esperienza di ricerca, in particolare per le prime posizioni, quelle più remunerative, perché quella che un tempo era la posizione "0" viene enormemente ampliata dalla presenza della sezione dedicata alle funzionalità di SGE.

Ma le novità non sono finite… Verrà dedicato spazio ai creatori di contenuti che Google ritiene di valore, che verranno collocati in una SERP “laterale” vera e propria, denominata “Perspectives”. Pensate a Google Discover, ma in questo caso i risultati sono presentati in base alla query e non alle preferenze. Anche in questa sezione, ci sarà quindi ampio spazio per la SEO, che andrà presidiata il più possibile.

Quali sfide si aprono?

Per la SEO - e per il digital marketing in generale - si aprono importanti sfide. Finora essere nelle prime posizioni dei risultati di ricerca significa essere insieme ai competitor e tutti - bene o male - nello stesso ambiente, dove all'utente basta uno scroll per andare oltre i primi 3 risultati.

Con SGE, invece, essere all'interno dello snapshot, nelle 3 risorse suggerite, o nel listing di prodotti consigliati, garantirà una visibilità che chi sta sotto non ha, perché ci sarà una differenza visiva importante. Senza dimenticare che, al di sotto di questa sezione continueranno ad esserci (vedremo se sarà così) immagini, snippet vari, mappe... Quelli che ora sono i primi risultati in SERP, in futuro potrebbero finire molto molto sotto.

La comunità SEO si divide in chi ritiene che questa innovazione premierà la qualità, e chi invece sostiene che torneranno a pesare elementi più “black hat” come la produzione massiccia di contenuti e di link. Questa divisione riflette una dicotomia più a monte: chi si fida della capacità di Google di premiare la qualità, e chi invece ritiene che Google dia più peso a segnali meno sfumati e più quantitativi come i link.

Chi sta con il gigante di Mountain View pensa che ormai il motore di ricerca abbia acquisito una straordinaria capacità di valutare e premiare i contenuti pertinenti e di qualità rispetto alla parola chiave ricercata dall’utente.
Il filone dei pessimisti, viceversa, sostiene che chi verrà premiato saranno sempre i soliti brand più noti e che creano più link. Secondo questi ultimi, Google non è così capace di misurare la qualità intrinseca dei contenuti e continuerà a basarsi sui soliti segnali di quantità dei backlink.

Yourbiz da che parte sta?

Come dice il noto esperto SEO Massimo Fattoretto in una guida pubblicata sul suo sito il 23/04/2020, nel futuro bisognerà parlare sempre di più di Brand Building e meno di Link Building. Sarà quindi importante far conoscere la consapevolezza dell'azienda anche off-site e nel mercato di riferimento.

Noi siamo ottimisti: crediamo che Google premia i contenuti di qualità. Al tempo stesso, però, sembra innegabile che i brand più famosi e grandi siano favoriti. Questo è abbastanza ovvio e si riflette anche sul comportamento degli utenti, che saranno più attratti da chi già conoscono, piuttosto che dal risultato proveniente da un dominio a loro sconosciuto. Tutto questo potrebbe andare ad impattare su SGE, ovviamente.

Le sfide del Digital Marketing da vincere quando l'intelligenza artificiale verrà integrata con Google (ovvero molto presto).

 

PRIMA SFIDA

Le varie intelligenze artificiali permetteranno a chi non lo ha mai fatto di produrre contenuti: quindi Google sarà letteralmente inondato di pagine di siti web, immagini, video... È intrinseco che la qualità media dei contenuti si abbasserà, o perlomeno si appiattirà su output tra loro molto simili a livello qualitativo (quindi non per forza di qualità più bassa dell’attuale, ma tra loro simili). La sfida sarà alzarsi sopra questa “nuova” media, incrementando ancora di più la qualità dei contenuti, facendo scrivere ad un'intelligenza artificiale la base del contenuto, la massa. Manualmente, invece, vanno fatti specifici interventi, va modellata la qualità del contenuto, inserendo caption persuasive e dare approfondimenti tecnici di spessore elevato su nozioni, ma anche su pain points, aspettative e prospettive che all’intelligenza artificiale non sono accessibili. Sarà ancora più necessario alzare l'asticella e superare la qualità media del contenuto della serp.

SECONDA SFIDA

La seconda cosa da fare è legata a quanto accennato poco sopra: avere sempre maggiori specifiche tecniche sui prodotti e servizi dei quali si scrive, gli UVP e le competenze tecniche direttamente o indirettamente correlate ad essi. La comunicazione tra agenzia e cliente deve farsi più intensa, verticale, deve esserci uno scambio costante e profondo di informazioni: è necessario alzare il livello medio dei contenuti e rendersi ancora più autorevoli tirando fuori lo spessore tecnico dell'azienda e dei suoi prodotti.

TERZA SFIDA

È molto probabile che cambieranno le parole chiave cercate dagli utenti: saranno più lunghe, dettagliate e verticali. Ne consegue che anche le ottimizzazioni SEO dovranno guardare in quella direzione per rispondere in pieno all'intento di ricerca. Per le aziende è un'opportunità importante, perché si aprono tantissime nicchie da poter sfruttare e dove inserirsi e posizionarsi. Contestualmente, però, individuare queste ricerche sarà arduo, perché i loro volumi di ricerca saranno minimi.

QUARTA SFIDA

Incrementare le attività di brand building, la conoscenza e visibilità dell'azienda, perché - come abbiamo detto - le aziende più note continueranno ad essere avvantaggiate.

Le nostre conclusioni

Ci sono aspetti negativi innegabili derivanti da questa mossa fatta da Google con SGE e li abbiamo citati. Ma gli aspetti positivi sono altrettanti: ad esempio, Google con questa mossa potrebbe generare una user experience molto migliorata, impattante e agevolare il proprio uso, attirando coloro che finora non ritenevano utile ai propri fini il motore di ricerca.

Inoltre, in Google potrebbe confluire una parte del traffico che ora gravita nei social network.

Si aprono quindi degli spaccati molto interessanti e bisogna farsi trovare pronti all'arrivo dell'onda e cavalcarla, per poter godere di possibilità che ora non si hanno.

In quest'epoca dove l'intelligenza artificiale minaccia di rubarci il lavoro e di spegnere il nostro cervello, a fare la differenza saranno la creatività umana e il saper arrivare laddove "le macchine" non arrivano.

 

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